Una vera e propria Regione “fantasma”, senza alcuna regolarizzazione o anche solo traccia da parte del Catasto: secondo i dati che l’Agenzia del Territorio ha diffuso dopo la conclusione della prima fase di emersione di immobili fantasma (dati aggiornati al 30 aprile) sono oltre due milioni gli immobili sconosciuti al catasto.
Venute già allo scoperto, grazie ad un sistema di foto-identificazione, sono 2.228.143 le particelle di catasto in cui sorgono fabbricati che mancano nelle banche dati catastali. 1.065.484 particelle sono già state analizzate dai tecnici dell’Agenzia del Territorio: quasi 600mila immobili presenti in queste aree non hanno i requisiti per essere accatastati, mentre gli altri 400mila porteranno – con la loro regolare iscrizione nelle banche dati catastali – ad un aumento delle rendite catastali di circa 415 milioni di euro.
Da analizzare, ancora, un altro milione di particelle catastali, 1.162.659 per la precisione: occorrerà capire, anche in questo caso, se gli immobili in questione potranno essere accatastati regolarmente, con quale destinazione d’uso e con quale rendita per l’Agenzia del territorio.
Ma dove si trovano questi immobili “fantasma”? È la provincia di Salerno a guidare, per questa prima fase, la classifica del sommerso: 105.228 gli immobili non accatastati identificati. Seguono la provincia di Roma, con 68.764 immobili, quella di Palermo con 62.898, Cosenza con 61.672 e Napoli, con 59.859.
In relazione ai dati comunicati dall’Agenzia del Territorio, il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali ha siglato un protocollo d’intesa con l’Agenzia che permetterà una collaborazione stretta tra i due organismi, con l’obiettivo di agevolare le attività per la presentazione spontanea degli atti di aggiornamento del catasto per i fabbricati che non risultano dichiarati.
